Cosa vedere a Celenza Valfortore

Chi ama scoprire la Puglia alternativa, quella che non vive di soli “sole, mare, trulli”, dovrebbe risalire le valli del Tavoliere e i sentieri che dal Gargano si inoltrano nell’entroterra per visitare piccoli gioielli dimenticati. Il turismo moderno li sta riscoprendo man mano, ma per molti sono ancora un mistero. I monti della Daunia, ad esempio, ne custodiscono a decine. E Celenza è uno di questi. 

Oggi partiremo per un viaggio ideale alla scoperta di questo piccolo borgo abitato da circa 1500 persone, dove è possibile sentire ancora il profumo del pane fatto in casa appena sfornato passeggiando attraverso i suoi vicoli. Scopriremo cosa vedere a Celenza Valfortore e nelle sue immediate vicinanze.

Come tanti borghi di queste zone, ha una storia plurimillenaria e un passato di conquiste feudali che ne hanno decretato l’isolamento. Ma ha anche un paesaggio meraviglioso che la circonda e la rende meta appetibile per chi vuole vacanze tranquille, serene e magari fuori dall’ordinario. Questi paesini servono spesso per fare da “base” a trasferte e itinerari più importanti, ma vivendoli ci si rende conto di quanto siano altrettanto preziosi. E tutti da rivalutare. 

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Storia di Celenza Valfortore

L’uomo abitava le colline di Celenza Valfortore già da 6600 anni prima della nascita di Cristo. Molto probabilmente anche da prima ancora, ma i ritrovamenti archeologici e le incredibili necropoli quasi del tutto intatte risalgono a quelle date. La storia di questo paese non è diversa da molti altri piccoli centri pugliesi della Daunia.

Sicuramente fondato dai Greci (anzi, dall’eroe Diomede, dice la leggenda) il centro abitato si oppose a lungo alla conquista romana. Fu per anni alleato dei nemici dell’Impero e per questo pagò duramente la sconfitta, con la distruzione totale e la deportazione degli abitanti. I superstiti fuggirono verso le colline più alte e fondarono qui il nuovo paese, nello stesso posto in cui sorge ancora oggi. La antica Celenna ad Valvam, nel periodo Bizantino, venne ribattezzata Celenza. In seguito venne aggiunto il nome Valfortore riferito alla vallata che domina dall’alto, dove scorre il fiume Fortore.

La storia di Celenza si lega alle tante famiglie feudali che la governarono fino all’Unità d’Italia (1860), tra le quali quella che lasciò più segni fu la famiglia Gambacorta, tra il XV e il XVII secolo. Come tutti i piccoli centri pugliesi, anche Celenza ha sofferto dello spopolamento e della crisi della campagna, nel corso del XIX e XX secolo. Oggi però è in rinascita, grazie anche alla rivalutazione della vita semplice e del turismo “slow” che è la moda del momento.

Chiesa di Santa Croce

Celenza Valfortore custodisce pochi monumenti, molto spesso risalenti all’epoca bizantina, e molto semplici nella forma e nella decorazione. Ma è il carico della storia antica che tali monumenti portano con loro e che li rende meritevoli di ammirazione. E non è tutto: oltre alle architetture, c’è molta natura da ammirare nei dintorni e le escursioni sono tra le attività più interessanti da fare.

La Chiesa di Santa Croce è la chiesa madre del paese. Fu costruita per volere della famiglia Gambacorta nel XVI secolo e contiene alcune rare reliquie: un cristallo di roccia con dentro incastonato un pezzo del legno della Croce di Cristo, un frammento d’osso di Santo Stefano e una reliquia di San Nicola di Bari.

Chiesa di San Francesco e Chiesa Santa Maria delle Grazie

Chiesa di San Francesco (XVIII secolo) sorge poco fuori l’abitato dove un tempo si trovava il convento – secondo la leggenda – fondato dallo stesso santo durante un pellegrinaggio in Puglia.

Un altro luogo di culto molto importante per i cittadini di Celenza Valfortore è senza dubbio la chiesa Santa Maria delle Grazie. Si tratta di una chiesetta settecentesca situata su una collina intorno al nucleo centrale del paese.

Castello Gambacorta

Castello Gambacorta, un antico maniero del XVI secolo, sorge in cima alla collina che domina l’abitato ed è ancora oggi formato da un corpo centrale e dalla cittadella intorno. Conserva intatte due porte di accesso al quartiere fortificato, mentre dei cinque torrioni merlati, oggi, ne rimane soltanto uno.

Se siete amanti dei Castelli, in questa zona avrete decisamente l’imbarazzo della scelta. Molto suggestivi, infatti, sono i castelli di Lucera e di Sant’Agata di Puglia che distano qualche manciata di chilometri da Celenza Valfortore.

Nei dintorni di Celenza Valfortore

Nei dintorni del paese si trovano ancora le antiche necropoli dentro le quali sono stati ritrovati oggetti e corpi di migliaia di anni fa. Le tombe sono ben visibili, mentre molti dei ritrovamenti sono stati spostati nei musei della zona.

I sentieri naturalistici di Celenza seguono il corso del fiume Fortore nella vallata omonima, tra macchia mediterranea e boschetti, in una serie di gole prima strette poi sempre più ampie. Lo sbarramento artificiale del fiume Fortore ha permesso di creare il Lago della Diga di Occhito, in territorio di Celenza.

L’Occhito, il più grande lago artificiale d’Italia, segna il confine con il Molise ed è circondato da boschi fitti, dove nidificano uccelli come folaghe, germani reali, gallinelle d’acqua favorendo anche il turismo del birdwatching. Il lago è anche ambiente naturale per le lontre.

Basta un’ora di macchina per arrivare a un altro bellissimo lago, il Varano, nel parco del Gargano. La famosa penisola e le sue spiagge sono mete facili da raggiungere, se si fa base a Celenza. Di fatto soggiornare nel piccolo paese potrebbe essere una valida alternativa ai costi elevati di molti resort turistici del Gargano e consentirebbe di frequentare le famose località di mare senza spendere troppo. Per chi ama le vacanze sane e poco affollate, questa è un’idea da considerare in dettaglio.

Anche Foggia non è troppo lontana e se volete trascorrere qualche ora in una grande città potete farlo senza troppo sforzo. Anzi, i mezzi pubblici hanno buoni collegamenti con la Daunia e quindi anche con Celenza Valfortore.  A 26 km da Celenza potrete visitare alcune interessanti rovine romane, nel comune di Larino, tra cui spicca per fama l’anfiteatro romano di Larinum.

Come arrivare a Celenza Valfortore

Prendendo come punti di riferimento gli aeroporti di Bari o Pescara, potete affidarvi ai mezzi pubblici che si dirigono verso il Gargano. I collegamenti più rapidi sono da Foggia, tramite Statale 16 e Statale 17.

Chi arriva da fuori Puglia, potrà seguire le autostrade A14 (dal nord) uscendo direttamente a Foggia e poi seguendo le statali per la Daunia, e A16 (dal sud) uscendo a Candela e proseguendo sulle statali 655, 16 e 17 in direzione Celenza. 

Esistono diversi sentieri di trekking che attraversano le vallate sottostanti alle colline della Daunia, e sono un richiamo ottimale per chi ama camminare e viaggiare a piedi. Facendo base in una delle città più famose vicine, si può raggiungere Celenza anche sugli itinerari naturalistici circostanti.

Conclusioni

Come abbiamo avuto modo di vedere, Celenza Valfortore è un borgo immerso nel verde dei monti dauni che ha senza dubbio molto da offrire al visitatore che decide di trascorrere delle giornate di relax in questi luoghi.

Con questa guida saprai sempre cosa vedere a Celenza Valfortore senza correre il rischio di perdere alcune delle attrazioni che questo borgo e i suoi paraggi hanno da offrire. Non ti resta che preparare la valigia e partire alla volta di questo comune pugliese, lontano dalle spiagge cristalline di Gargano e Salento, ma pur sempre ricco di fascino.

Se vi trovate sui Monti Dauni, infine, vi consigliamo di fare una visita anche ai vicini borghi di Pietramontecorvino, Roseto Valfortore, Carlantino o Motta Montecorvino: vi lasceranno senza parole!

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Informazioni sull'autore

Jack Pastrano è nato a Napoli. Travel Blogger professionista, appassionato di viaggi, cultura e territorio. Da anni si impegna per valorizzare le bellezze del territorio italiano descrivendole con cura, passione e dedizione e mettendo il suo sapere al servizio degli utenti. Ama correre, fare trekking, ascoltare musica metal e - specie nei momenti di stress - sorseggiare del buon vino.

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