Cosa vedere a Gravina di Puglia

Gravina di Puglia è una città di circa 40.000 abitanti nell’entroterra del sud della Puglia, a circa 60 km da Bari. A causa della sua collocazione nell’entroterra, qualche volta viene dimenticata dal turista prevalentemente interessato alle località di mare.

Senza nulla togliere allo splendido mare pugliese, Gravina di Puglia è una località davvero molto interessante e consigliamo al turista di includerla nel suo itinerario di vacanza.

Oggi partiremo per un viaggio ideale, proprio alla volta di Gravina, un territorio immerso nel verde della Murgia. Scopriremo assieme cosa vedere a Gravina di Puglia, senza trascurare i suoi immediati dintorni. Non ci resta che partire alla scoperta di questi luoghi.

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La città sotto la città: Gravina sotterranea

La storia di Gravina è molto antica, la sua fondazione risale a circa 3000 anni fa. Le prime notizie infatti, che comunque già attestano di un borgo di una certa grandezza, sono dell’VIII secolo avanti Cristo. Fu prima una città della Magna Grecia, poi divenne romana: la sua posizione era importante e strategica, in quanto stazione di rifornimento sulla via Appia, che portava da Roma a Brindisi.

Con il declino e il crollo dell’Impero Romano d’Occidente, anche Gravina divenne infine preda delle popolazioni barbare venute dal nord che conquistarono la penisola, in particolare di Visigoti e Vandali.

A quanto sembra, furono proprio le continue razzie che spinsero gli abitanti a cercare rifugio nelle grotte di tufo che si aprivano nel profondo burrone ai margini del quale la città era costruita. Col tempo, queste grotte furono ampliate, a volte abbellite, vennero addirittura costruite intere e vaste chiese sotterranee.

Chiesa di San Michele

Per esempio, la grande chiesa di San Michele (circa X secolo) venne ricavata da un unico blocco di tufo. Fu la prima cattedrale della città, e conta cinque navate e quattordici pilastri, oltre a estendersi in grotte adiacenti. Notevoli, oltre alle dimensioni,  i resti dei dipinti, ancora visibili e apprezzabili.

Santa Maria degli Angeli

La chiesa rupestre di Santa Maria degli Angeli, di rito greco ortodosso, il cui antico nome era Santa Maria delle Tombe a causa delle fosse sia al suo interno che all’esterno, chiari segni dell’esistenza di un sepolcreto.

La chiesa fu riscoperta in modo casuale negli Anni ’50 del Novecento, durante lavori di ristrutturazione urbana, ed è accanto al Ponte Acquedotto.

La chiesa è scavata nel tufo, con tre navate che conducono alla zona in cui è ancora presente l’altare. Sono visibili tracce delle pitture murali.

Madonna della Stella

E ancora la chiesa della Madonna della Stella, che si trova nelle vicinanze del sito archeologico alle pendici della collina di Botromagno.

Il luogo era in origine utilizzato per culti precristiani, come mostrano le sculture di animali sulle pareti. Probabilmente si celebravano culti dedicati alla fertilità dei campi, sostituito poi dal culto della Madonna. Nella cultura popolare. il luogo rimase per lungo tempo legato alla sua funzione originaria, e le donne che avevano difficoltà ad avere figli la visitavano in cerca della grazia.

Oltre alle chiese, bisogna dire che il tufo veniva scavato per ottenere materiale da costruzione, e a volte veniva scavato nei pressi delle cantine delle abitazioni, per comodità. Questo diede luogo alla creazione di numerosi ambienti sotterranei, grandi o piccoli, spesso collegati fra loro, quasi a formare una geografia urbana parallela a quella in superficie. La città sotterranea di Gravina venne definitivamente portata alla luce solo nel 2004, grazie agli sforzi e alla passione  dello speleologo locale Michele Parisi.

Monumenti architettonici e musei

Tra i monumenti da non perdere, il primo da citare è sicuramente il Ponte Acquedotto, alto 37 metri e lungo 90. In origine, venne costruito per attraversare il Crapo, antico nome del torrente Gravina, e raggiungere la chiesa di Madonne della Stella. In seguito divenne acquedotto, e in parte crollò nel 1722 a seguito di terremoti.

I feudatari dell’epoca, la famiglia Orsini di Roma, lo fecero però ricostruire in modo che serbasse entrambe le funzioni, sia di ponte che di acquedotto. Molto interessante il Museo della Fondazione ‘Ettore Pomarici Santomasi’, proprio nel caratteristico e intatto centro storico di Gravina.

Le numerose sale ospitano un ricco mobilio del Sei e Settecento, perfettamente conservato, oltre a dipinti, tappeti e arazzi. Vi sono poi in esposizione abiti d’epoca e maioliche.

Notevolissime poi sia la collezione archeologica, con circa 2000 reperti di un periodo che va dal VII al III secolo avanti Cristo; sia la pinacoteca e la collezione di armi e divise militari dal 1830 alla Prima Guerra Mondiale. Infine, nel museo troviamo anche una importante collezione numismatica, con le monete che venivano battute nella città durante il periodo della Magna Grecia.

Sempre all’interno del museo, ma che meritano menzione a parte, sono gli affreschi della Cripta di San Vito Vecchio. Risalgono alla fine del 1200, e si trovavano nella chiesa dallo stesso nome, nel rione Fornaci. Il luogo era però abbandonato, dopo essere stato utilizzato come deposito di rifiuti.

Furono quindi staccati e ricollocati, in modo da preservarne l’incolumità e renderli disponibili al pubblico.

Archeologia ed escursioni

Tutta la zona del Botromagno è di grande importanza archeologica, una delle più vaste d’Italia. Fortunatamente è in parte visitabile dai turisti appassionati del genere, o dai curiosi che amano camminare in una atmosfera densa di storia.

Gravina si trova poi nel Parco Nazionale della Murgia, un territorio di grande varietà paesaggistica, con particolari caratteristiche di flora e fauna. Il Parco è percorribile sia a piedi che in mountain bike, liberamente o seguendo i percorsi suggeriti. I percorsi guidati comprendono la visita ad aree archeologiche ed edifici antichi.

Gastronomia

Oltre al ricco patrimonio culinario pugliese, Gravina serba alcune ottime particolarità enogastronomiche locali. Si va, solo per citare alcuni,  dal vino Verdeca, vino bianco frizzante dolce; ai formaggi tipici come il Fallone e il Pallone;  al Sasanello, particolare biscotto a base di vin cotto.

Andando invece ai piatti locali tipici, nominiamo per primo il Calariello, piatto della tradizione antica preparato con cipolla, aglio, verdure e carne d’agnello.

Molto particolari sono i Calzoni di Gravina, forme di pasta ripiena di ricotta e zucchero, con cannella e scorza di limone grattugiato, che vengono consumati caldi col sugo di pomodoro. Citiamo ancora il Pane Cotto, preparato con  verdure miste e pane raffermo.

Conclusioni

Il nostro viaggio in questa terra di Murgia termina qui. Abbiamo scoperto cosa vedere a Gravina di Puglia, senza tralasciare i suoi immediati dintorni, non vi resta che partire per questo viaggio incantevole alla volta di questo angolo di Puglia, già set cinematografico di film del calibro di 007.

Se siete nei paraggi, vi consigliamo di visitare la vicinissima Altamura con il suo Pulo ed il suo pane famoso ormai in tutto il Mondo. Spingendovi verso la Basilicata, inoltre, è possibile raggiungere facilmente Matera, eletta nel 2019 Capitale Europea della Cultura.

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Informazioni sull'autore

Jack Pastrano è nato a Napoli. Travel Blogger professionista, appassionato di viaggi, cultura e territorio. Da anni si impegna per valorizzare le bellezze del territorio italiano descrivendole con cura, passione e dedizione e mettendo il suo sapere al servizio degli utenti. Ama correre, fare trekking, ascoltare musica metal e - specie nei momenti di stress - sorseggiare del buon vino.

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