E’ un borgo da fiaba, circondato dagli aspri e bellissimi appennini calabresi, posto su un’altura a 360 metri di altitudine sul livello del mare, davanti alla piana di Sibari e al Mar Ionio. Stiamo parlando di Castrovillari, la più popolosa cittadina del Parco Nazionale del Pollino, lato calabrese, in provincia di Cosenza.
Vediamo assieme cosa vedere a Castrovillari e nei suoi immediati dintorni. Un luogo ricco di storia, cultura e tradizione, immerso nel Pollino e pronto a sorprendervi con il suo carnevale e la sua natura selvaggia e incontaminata.
Qui, non lontano dal mare, in una conca naturale che si chiama la Conca del Re, si erge questo antico borgo, incorniciato da maestosi rilievi, in particolare il Pollino e il Dolcedorme. E sullo sfondo, si intravede quel mare che da millenni è attraversato da popoli in cerca di fortuna.
Indice dei contenuti
- Le origini
- La città attuale
- Monumenti e luoghi di interesse
- La Civita
- La prigione degli infami
- Il Carnevale di Castrovillari
- Conclusioni
Le origini
Le origini di Castrovillari non sono da ricercare nella Magna Grecia, come accade lungo la costa ionica, ma risalgono al Medio Evo ed alle esigenze di controllo del territorio, prima ancora che di commercio. La sua posizione strategica, gli efficienti collegamenti tra la costa e l’entroterra, già intorno all’anno 1.000 d. C.
ne fanno uno dei più importanti centri della zona. Fin da subito viene ricordato come Castrumvillarum (letteralmente, “il castello a difesa dei villaggi”) la cui origine, tuttavia, si deve ritrovare in epoche ancora più remote.
Il castrum, infatti, denota l’esigenza di proteggere qualcosa che c’era prima della sua realizzazione. E non a caso nelle campagne attorno alla cittadina sono stati ritrovati vari reperti archeologici dell’età ellenistico-romana, cui si aggiunge una necropoli sulla collinetta di Celimarro risalente al VI-VII secolo d. C., all’interno della quale vi erano corredi in bronzo e vasellame di pregevole fattura.
La città attuale
Attualmente Castrovillari conta 22.160 abitanti su una superficie di 130 kmq. Il nucleo urbano, collocato all’estremità di uno sperone roccioso dal quale si gode una superba veduta sulla Piana di Sibari, è suddiviso in due zone dal ponte della Catena.
Da una parte possiamo notare il centro storico medievale, con le sue stradine strette e i suoi monumenti. Dall’altra si sviluppa la parte moderna e contemporanea della città.
Nella “Civita”, vale a dire nella parte antica, spicca l’imponente mole del Castello Aragonese, complesso che risale alla fine del XV secolo. A fargli compagnia vi sono antiche e sfarzose residenze, come Palazzo Pugliese, Palazzo Salerni e Palazzo Salituri.
In una zona chiamata “Piano dei Peri”, si è sviluppata la parte nuova del borgo, dove non mancano negozi e caffè. Dal ponte della Catena si possono ammirare incantevoli scorci sui boschi e sui canyon.
Monumenti e luoghi di interesse
Sono numerosi i monumenti, a partire da quelli religiosi, che si possono visitare nella cittadina calabrese.
Uno dei più interessanti è la Basilica minore e chiesa monumentale di S. Giuliano; la chiesa di S. Maria di Costantinopoli; il protoconvento francescano, fondato nel 1220 da Pietro Cathin, discepolo del poverello di Assisi; la chiesa della SS. Trinità; il santuario della Madonna del castello; la cappella di S. Rocco; la chiesa di S. Maria delle Grazie.
Oltre ai già citati palazzi nobiliari, vale la pena di dare un’occhiata a a palazzo Cappelli; palazzo Gallo; al palazzo del Municipio.
La Civita
Edificata su uno sperone calcareo, la parte vecchia di Castrovillari è caratterizzata da piccole viuzze e costruzioni caratteristiche. E’ qui che troviamo i principali monumenti della cittadina: dalla basilica minore di San Giuliano, al Protoconvento Francescano, dominati dal Castello Aragonese.
Su un’altura si trova poi il santuario della Madonna del Castello e nella piazza antistante un cannone e un allarme antiaereo ricordano il periodo della seconda guerra mondiale. Tutti i giorni a mezzogiorno l’allarme risuona per ricordare le vittime dei bombardamenti del 1943.
Edificata nel 1090, la basilica minore di San Giuliano venne ampliata, distrutta da un incendio e nuovamente ricostruita. Ha un notevole portale del 1.500, fiancheggiato da colonne in pietra locale. Un piccolo Museo d’Arte Sacra completa il complesso.
Situato sul colle del Lauro, fondato nel 1220 dal beato Pietro Cathin, discepolo di San Francesco, il convento protofrancescano è uno dei monumenti più rilevanti di Castrovillari. Subì diverse trasformazioni: nel 1586 venne ricostruito il primo chiostro.
All’interno di questa struttura vi sono il Teatro Sybaris e il museo archeologico. Istituito nel 1957, questo gioiellino conserva reperti archeologici di varie epoche, a partire dal paleolitico per proseguire con vasi trovati nelle tombe.
Pezzo forte è lo scheletro di un guerriero con tanto di corredo funerario, appartenente al III secolo. Un’area del museo è dedicata al pittore Andrea Alfano, nato a Castrovillari.
La prigione degli infami
Posto su un pianoro a strapiombo sulle valli del Coscile e del Fiumicello, di epoca medievale, l’imponente castello Aragonese venne ristrutturato e fortificato per volontà di re Ferdinando d’Aragona nel 1490. Dal 1495 al 1995 fu un carcere.
Il castello è un unico blocco murario a forma trapezoidale all’esterno. L’interno è rettangolare, con quattro torri angolari cilindriche. Uno solo l’ingresso, dove un tempo c’era un ponte levatoio, Sul portone d’ingresso spicca un alto rilievo che raffigura le armi della casa d’Aragona.
Una scritta latina ci ricorda la data di costruzione. Preso possesso del trono di Napoli, gli Aragonesi (che arrivavano dalla Spagna) erano preoccupati sia dalle rivolte interne della Calabria, sia dagli assalti dei pirati lungo le coste. Per questo avevano iniziato a dotare il Meridione di strutture difensive e di avvistamento.
Il castello, perciò, era stato fatto edificare seguendo i piani e i criteri architettonici del celebre ingegnere militare Francesco di Giorgio Martini. Dagli atti notarili e dai certificati di morte risalenti al XVI, XVII, XVIII secolo, sappiamo che la prigione del castello era una delle più terribili del Meridione.
Ancora oggi i sotterranei presentano una serie di corridoi bui, passaggi segreti e stanze umide dalle volte a botte. Il mastio, del resto, è noto come la Torre dell’Infame: luogo destinato alla reclusione e alla tortura dei briganti arrestati.
Il Carnevale di Castrovillari
La cittadina presenta una vivace attività culturale e delle feste degne di nota che dopo lo stop imposto dalla pandemia, dovrebbero tornare a svolgersi. A partire dal Carnevale, indubbiamente il più famoso della Calabria.
Organizzato dalla Pro Loco e dall’Amministrazione Comunale, si svolge ogni anno a Febbraio. Le origini risalgono al 1635, quando nella cittadina si tenevano i riti carnascialeschi che prevedano diverse rappresentazioni in maschera.
E’ però il 1959 l’anno in cui venne organizzato per la prima volta il Carnevale del Pollino, insieme al Festival Internazionale del Folklore. Visto l’interesse riscosso, negli anni successivi, la Pro Loco ha sviluppato la manifestazione, alla quale partecipano migliaia di persone, gruppi tradizionali, maschere di ogni tipo e carri provenienti da tutta Italia.
L’originalità del Carnevale castrovillarese nasce dal fatto di fondere la tradizione carnevalesca col folklore, recuperando costumi tradizionali, musiche e attività che si pensavano perdute. Nel 2017 il Carnevale di Castrovillari è stato inserito nell’elenco dei carnevali storicizzati Italiani dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali.
All’interno della manifestazione, inoltre, vengono organizzate numerose attività culturali, artistiche e sportive, per un periodo di almeno una decina di giorni. L’edizione 2021, a causa delle restrizioni, è stata solamente virtuale, ma nel 2022 la Pro Loco promette di tornare a organizzare questo evento dal vivo e in sicurezza.
Un altro appuntamento importante è l’Estate internazionale del folklore, che si svolge dal 1986 e porta nella cittadina calabrese numerosi gruppi folkloristici da tutto il mondo. Organizzatore del Festival è il Gruppo Folkloristico della Città di Castrovillari.
Organizzata dall’associazione “Scena Verticale”, la rassegna teatrale “Primavera dei Teatri” rappresenta un momento di alta cultura molto importante, che dimostra la centralità di Castrovillari tra i comuni dell’area del Pollino.
Se, invece, guardiamo alla tradizione, trovano un’altra serie di appuntamenti che si sta cercando di tenere in piedi, pur tra mille difficoltà dovute al rispetto dei protocolli di sicurezza sanitari.
La più sentita delle feste tradizionali è la “Festa della Madonna del Castello” e del “Santissimo Crocifisso” che si tiene ogni anno dal 30 aprile al 3 maggio. E’ un evento dal forte sapore nostalgico, che richiama tanti emigranti castrovillaresi sparsi per l’Italia e per il mondo.
Oltre alle celebrazioni religiose, come in ogni festa patronale che si rispetti nel Mezzogiorno d’Italia, gli eventi clou sono lo spettacolo pirotecnico ed il concerto conclusivo con artisti di fama nazionale.
Altre feste molto sentite dalla popolazione della cittadina e frequentatissime anche dai dintorni sono le “Focarine di San Giuseppe”, evento in cui gli abitanti scendono per strada e accendono falò e la “Festa della Pietà” che si svolge il 15 e 16 agosto.
Dopo due anni di pandemia, dunque, l’impegno dei tanti castrovillaresi è di non far morire queste tradizioni, ma di portarle avanti in sicurezza.
Conclusioni
Non solo turismo culturale o di festa. Castrovillari fa parte dei comuni del Parco Nazionale del Pollino, anzi ne è il più grande. Il nostro viaggio termina qui alla scoperta di cosa vedere a Castrovillari e nelle sue immediate vicinanze.
Chi è in visita nella cittadina calabrese, infatti, può approfittare delle bellezze naturalistiche di questo lembo d’Italia, attraverso escursionismo e trekking.
Numerosi sono i luoghi da visitare a contatto con la natura: la Via dei Moranesi, il Sassone e la grotta di donna Marsilia, il lago di Tavolara, la grotta di San Paolo, la gola del Coscile. Itinerari di rafting e canyoning sono possibili lungo i fiumi Garga, Argentino e affrontando la discesa del Raganello.