La Puglia non ha da offrire solo il mare cristallino e le spiagge sabbiose del Salento; tutto l’entroterra è un tesoro da scoprire. Nelle vostre esplorazioni non mancate di visitare Accadia, borgo dalle origini antichissime incastonato nella splendida cornice della catena subappeninna del Monti della Daunia.
Oggi partiremo alla scoperta di questo piccolo comune del Foggiano e scopriremo assieme cosa vedere ad Accadia e nei suoi immediati dintorni. Un borgo immerso nel verde, con un rione – denominato Rione Fossi – dove il tempo sembra essersi fermato.
Un piccolo borgo che, assieme alla la vicinissima Deliceto, offre al visitatore scorci unici sul tavoliere delle Puglie. Scorci unici dove lo sguardo si perde e lascia spazio all’immaginazione. Non ci rimane che augurarvi buon viaggio!
Indice dei contenuti
- La storia
- Rione fossi
- Chiesa dei Santi Pietro e Paolo
- La Piazza dell’Orologio
- Palazzo Vassalli e Museo Civico
- Nei dintorni di Accadia: l’archeologia
- Le bellezze naturali: il bosco di Paduli
- Gole di Accadia
- Conclusioni
La storia
L’importanza storica di queste zone risiede nel fatto che ci sono tracce della presenza umana anche di epoca preistorica; sono poi state stabilmente abitate dal I Millennio A.C. Qui sorse una città dedicata alla dea Eca, originariamente Acca Dia, espressione da cui secondo alcuni prende nome il paese. Per altri esperti, invece, potrebbe essere un nome di origine latina: Aqua cadiva, letteralmente acqua che cade, per la presenza massiccia di corsi d’acqua.
Dopo il crollo della civiltà greca, sui resti di quella antica cittadina nacque il nucleo originario di quella che è oggi Accadia. Una terra di confine, ospitava i Romani che passavano di qua per gli scambi commerciali con l’Apulia; di quei tempi rimangono i resti delle taverne distrutte con la devastazione ad opera di Silla dell’88 a.C.
Dopo la caduta dell’impero romano e con la cristianizzazione della zona, Accadia finì sotto l’influenza del Castello di Sant’Agata. Rimase un paese dalla vita semplice, il cui sostentamento veniva dall’agricoltura e dal commercio di artigianato locale.
Nel Medioevo si ritrovò al centro della battaglia fra Angioni e Aragonesi alla conquista del Regno di Napoli, finché Ferrante d’Aragona la strinse d’assedio il 21 luglio del 1462. Dopo 19 giorni la popolazione cedette, e il sovrano diede fuoco alla cittadina, già gravemente danneggiata dal terremoto del 1456.
L’evento della caduta dell’assedio viene commemorato ancora oggi: è stato l’episodio che ha dato il via all’assetto geo – politico del meridione italiano.
Nel 1800 Accadia era capoluogo di circondario, per poi passare, nel 1861, sotto la provincia di Avellino. Visse un momento di benessere economico interrotto a inizio del ‘900 a causa del colera e della forte emigrazione verso l’America.
Nel corso del secolo Accadia subì gravi danni sia dal terremoto del 1930 che da quello dell’Irpinia del 1962, tanto che la popolazione si spostò del vecchi borgo Rione Fossi verso la collina, dove c’è l’attuale centro abitato. Dal 1927 fa parte della provincia di Foggia.
Rione Fossi
Le devastazioni dovute a eventi naturali e umane hanno colpito duramente l’aspetto del paese, che ha comunque conservato moltissime tracce del suo lungo passato. Gli appassionati di storia e preistoria non potranno mancare di fare una visita ad Accadia e dintorni, per visitare monumenti e resti di diverse epoche storiche.
Chiamato un tempo Fossa dei Greci, è il vero cuore antico di Accadia. Abbandonato come detto dopo il terremoto del 1930, è oggi disabitato, cosa che ne aumenta il fascino. Il nome antico è dovuto alla presenza di diverse grotte, originatesi in epoca preistorica, che facevano da dimora per gli Orfici, ovvero gli eremiti. Sono queste una delle principali attrazioni naturalistiche da visitare, per poi lasciarsi incantare dalla bellezza del borgo camminando liberamente per i suoi vicoli.
Chiesa dei Santi Pietro e Paolo
Le stradine che si snodano fra case di sapore medioevale del Rione Fossi si raccolgono attorno al principale monumento del borgo: la chiesa matrice dei Santi Pietro e Paolo, di epoca bizantina.
Anche questo edificio ha subito i danni dei terremoti e delle guerre, tanto da aver in parte perso l’aspetto che aveva in origine. La facciata sopra l’ingresso conserva due statue del 1600, che raffigurano i Santi protettori dell’edificio; all’interno la chiesa è a navata unica.
La piazza dell’Orologio
Per entrare nel borgo si passava l’Arco di Porta di Capo, un tempo ingresso principale, ancora oggi esistente. L’arco conduce alla piazza dell’Orologio, che prende nome dalla torre, che con i suoi 12 metri svetta come una sentinella. Costruita alla fine del 1800 sulle fondamenta di un’altra torre più antica poi inglobata nelle mura, ha subito un restauro dopo il devastante terremoto del 1930.
Riconoscibilissima grazie alla facciata di mattoni colorati e decorata in marmo travertino, sulla vetta ospita una statua della Madonna e sopra l’ingresso due pannelli: uno è la raffigurazione dell’assedio del 1462, l’altro un epigrafe a firma di Giovanni Pontano.
Palazzo Vassalli e Museo civico
Risalente al 1700 e di proprietà della famiglia cui deve il nome, palazzo Vassalli è di proprietà comunale e ospita il Museo civico. Qui, in quattro diverse sale, sono in mostra reperti archeologici di epoche diverse, e resti della vita contadina e artigiana del vecchio borgo.
L’edificio stesso è un monumento architettonico da ammirare, con le sue volte a botta o a crociera e le cantine scavate in arenaria.
Nei dintorni di Accadia: l’archeologia
Come detto, questa zona è un vero e proprio sito archeologico di una certa rilevanza. A pochi chilometri da Accadia, nella contrada chiamata Rotato, si possono visitare le rovine di una taberna di epoca romana: sulla riva sinistra del torrente Rotato si ergono ancora le mura perimetrali, alte tre metri.
La taverna era strategicamente costruita nel pressi della via Herculeia, costruito dall’imperatore Massimiano, detto Erculio. In questa zona nel 217 a.C. si accampò Annibale prima di entrare in Apulia, in contrada chiamata Campanili, trasformazione sembra del latino “Campi Hannibalis”.
Le bellezze naturali: il bosco di Paduli
Per ammirare le bellezze naturale della Regione, si può organizzare una escursione nel Bosco di Paduli, che afferisce al Parco Agricolo Multifunzionale; è la destinazione ideale per passeggiare tra gli olivi secolari, tra le cui fila fanno capolino le tracce della antica cultura agricola pugliese.
Chi ama le escursioni all’aperto, può avventurarsi a Santuario della Madonna del Carmine, proprio sulla cima del Monte Crispignano. Si tratta di un complesso religioso la cui costruzione ha avuto inizio nel XVI secolo; da allora i lavori sono stati interrotti e ripresi più volte, e ora ha un aspetto particolare.
Gole di Accadia
Una delle attrazioni più belle e caratteristiche di Accadia, sono certamente le sue Gole. Una piccola cascata meta di moltissimi visitatori ed amanti del trekking. Per raggiungere queste cascate si parte dalla periferia di Accadia, precisamente all’incro tra via Mattarella e via Rubino Metauro.
Il lago delle Gole di Accadia è un piccolo tesoro del territorio pugliese che si può facilmente ammirare arrivando a piedi dal comune di Accadia, lasciandosi guidare dagli esperti del luogo, osservando lungo il cammino la fauna e la flora del luogo.
Insomma è una meta da non perdere se ci si trova in questi luoghi e si è amanti delle passeggiate nella natura.
Conclusioni
Se siete ad Accadia, non perdete l’occasione di passare a visitare il capoluogo di provincia, Foggia, fosse anche solo la gita di un giorno. Fra le mete da visitare la Chiesa delle Croci, che gli abitanti chiamano cappellone, edificato nel XVII dopo un miracolo: dopo un periodo di siccità, le preghiere di un frate cappuccino furono esaudite con il ritorno della pioggia, ed egli piantò sette croci come ringraziamento.
Come abbiamo avuto modo di vedere, Accadia ha sicuramente molto da offrire e con la guida dedicata a cosa vedere ad Accadia non perderete neppure una delle tante bellezze naturalistiche e paesaggistiche del luogo. Se siete nei paraggi, vi consigliamo una visita anche alle vicine Panni, Bovino, Faeto e Volturino.