Cosa vedere a Bisaccia

Bisaccia è un vero e proprio piccolo scrigno avellinese ricco di storia e luoghi suggestivi. Oggi cercheremo di partire per un viaggio virtuale in questo luogo dell’Irpinia e scopriremo assieme cosa vedere a Bisaccia e nelle sue immediate vicinanze. Non vi resta che mettervi comodi e partire!

Bisaccia è un comune in provincia di Avellino di circa 3.600 abitanti con tracce della presenza umana fin dalla preistoria. Le sue vicende si snodano quindi nell’arco di millenni di cui si trovano ancora interessanti tracce. Come tutti gli scrigni, i visitatori devono scoprirne gradualmente il contenuto e assaporarlo di conseguenza.

Si tratta di uno dei comuni dell’avellinese che subì gravi danni durante il terribile terremoto del 1980. In quell’occasione furono due abitanti a perdere la vita e moltissime le persone rimaste senza un tetto sopra la propria testa.

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La storia di Bisaccia

Non è mai facile risalire alle esatte origini dei primi insediamenti umani in un luogo specifico. Tuttavia, sulla collina Cavallerizza-Cimitero Vecchio, ci sono tracce di fondi di capanne e tombe che risalirebbero tra l’eneolitico (età del rame) e fine del VII secolo a.C.

Le ricerche hanno scoperto oggetti in bronzo, ferro e ceramiche che facevano parte dei corredi funerari. Altre scoperte sono invece tardo romane, con resti di una villa e un santuario.

Sull’origine del nome si è discusso molto, ma l’ipotesi più probabile è che il paese si chiami Bisaccia perché deriva da bisaccium, cioè la sacca che i viandanti si portavano sempre dietro durante i loro percorsi.

Il centro di Bisaccia si forma nel periodo longobardo e questo si conferma grazie alla scoperta di parti delle mura vicino alla torre del castello ducale. Si trattava di una fortezza fatta costruire dai nobili del Ducato di Benevento a scopo difensivo, più o meno a metà dell’VIII secolo.

Quello che conta però sono soprattutto i documenti ufficiali, che risalgono al 1087 e parlano per la prima volta di un signore di Bisaccia, chiamato Roberto. Il paese diviene poi un feudo della famiglia Cotigni. Nel 1533 passa di proprietà a Gianbattista Manso il cui nome  non ricorda molto, ma era in realtà un letterato e mecenate che vantava tra le sue amicizie anche quella con Torquato Tasso, autore della Gerusalemme Liberata. 

Da fine del 1500, Bisaccia è parte delle proprietà Pignatelli fino all’abbattimento dell’istituzione feudale nel 1806, voluto da Napoleone Bonaparte. Bisogna aggiungere che la storia di Bisaccia è stata molto travagliata a causa della sua posizione in zona sismica. Sono parecchi i terremoti devastanti: 1158, 1349, 1456, 1694, 1732, 1930 e l’ultimo nel 1980.

Il museo civico archeologico

Con una storia così antica, la comunità ha pensato di istituire il Museo Archeologico di Bisaccia, al piano terra del Castello Ducale. I visitatori seguono un percorso in ordine cronologico per vedere i reperti  portati alla luce dagli scavi sulla collina di Cimitero Vecchio.

Si tratta di una raccolta, frutto di tanti anni di ricerche archeologiche, che comprende oltre 800 reperti di 50 tombe nel periodo dell’età del Ferro (tra IX e VII secolo a.C.). Gli oggetti ornamentali e in ceramica riconducono i turisti in un’era molto lontana dalla nostra, ma non priva di amore per l’arte e la bellezza. 

Nelle tre sale ci sono pannelli didattici con proiezione continua di un video in 3D animato, che ricostruisce questo insediamento primitivo, mostrando scene di vita quotidiana. Una full immersion nel passato preistorico di Bisaccia.

Il castello Ducale

Molti turisti visitano il castello Ducale, che è insediato sul monte Calvario, soprattutto per il museo archeologico, ma le loro dichiarazioni superano poi le aspettative, perché l’intera atmosfera del castello è molto suggestiva e lascia ricordi indelebili.

Gli spazi interni si prestano a molti eventi culturali dopo il restauro, avvenuto di recente. Si racconta che il castello abbia avuto ospiti illustri nella sua lunga storia. Probabilmente, lo stesso Torquato Tasso vi ha soggiornato e l’atmosfera del paesaggio lo avrebbe addirittura ispirato nella stesura della Gerusalemme Liberata.

L’architettura e le vedute dal castello sono quindi una tappa obbligata per chi vuole immergersi per davvero nella storia di Bisaccia, grazie anche all’impegno delle guide che accompagnano i visitatori per tutto il tour.

Il Duomo di Bisaccia

Una sosta religiosa e culturale al tempo stesso. Il Duomo, distrutto dai terremoti e ricostruito, è di epoca normanna con un portale gotico molto apprezzato. Molti visitatori lo definiscono solenne, ma adatto al semplice raccoglimento. Da osservare anche l’altare policromo in marmo e un coro ligneo di ottima fattura.

L’atmosfera di Bisaccia e i sapori tradizionali

I turisti sono invogliati a visitare Bisaccia perché ne apprezzano la storia e le tante piccole viuzze costellate da case antiche. In effetti, si assapora un ritorno al passato sia in paese, sia trovandosi nel portico di castello Ducale, che offre una panoramica suggestiva sulla zona.

Ristoranti e lounge bar offrono un’atmosfera particolare ai turisti, che si trovano a cavallo tra modernità e accoglienza dal sapore antico, quanto lo è la lunga storia di Bisaccia. Un turismo che si rispetti non può quindi trascurare l’aspetto gastronomico. Non a caso, le possibilità di degustazione sono molte e la località è conosciuta per la bontà dei suoi prodotti.

Una cavalcata tra i sapori bisaccesi

Per assaporare nel modo più adeguato i sapori variegati e genuini della cucina di Bisaccia, basta farsi guidare dagli appassionati della cucina locale che offrono ottime informazioni e consigli per una full immersion culinaria. Ogni ristorante, trattoria o agriturismo bisaccese è inoltre lieto di spiegare ingredienti e sapori dei piatti più tipici.

Si può partire dai cavalli di battaglia che sono i cavatelli di Bisaccia, un tipo di pasta chiamate in dialetto “treidde“. Non possono mancare gli strufoli, cioè palline di pasta dolce, fritte e avvolte nel miele, che è un dolce natalizio della tradizione campana, e la squarcella, altro dolce, ma a forma di ciambella e glassato, tipico del periodo pasquale.

Per un pranzo tutto bisaccese, si può cominciare assaggiando “li cauzungièdde“, che sono ravioli ma non di carne, bensì ripieni di ricotta, oppure “li marcannale“, che assomigliano agli spaghetti, ma sono sostanzialmente doppi, oppure le classiche orecchiette al ragù.

In alternativa ai cavatelli, si possono gustare anche le “laene” che sono tagliatelle servite in modo particolare, perché si accompagnano spesso a fagioli e ceci. Spazio quindi a formaggi e salumi locali: non si può non assaggiare il pecorino o il caciocavallo, magari dopo aver gustato la salsiccia o la soppressata, a completamento di una vacanza a tutto campo trascorsa a Bisaccia, nel cuore dell’Alta Irpinia.

Conclusioni

Il nostro viaggio virtuale all’interno di questo piccolo comune dell’Irpinia termina qui. Abbiamo capito cosa vedere a Bisaccia, quali sono i prodotti tipici da degustare e cosa non lasciarsi sfuggire nelle immediate vicinanze di questo borgo senza tempo.

Per arrivare a Bisaccia in auto è possibile percorrere l’Autostrada A16 con uscita a Lacedonia a pochi km da Candela. L’Autostrada A16, è infatti un’autostrada che, attraversando l’Appennino campano, collega il Mar Tirreno all’Adriatico; si estende per 172 km tra Campania e Puglia e interconnette l’autostrada A1 ad Afragola con l’A14 nel territorio di Cerignola.

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Informazioni sull'autore

Jack Pastrano è nato a Napoli. Travel Blogger professionista, appassionato di viaggi, cultura e territorio. Da anni si impegna per valorizzare le bellezze del territorio italiano descrivendole con cura, passione e dedizione e mettendo il suo sapere al servizio degli utenti. Ama correre, fare trekking, ascoltare musica metal e - specie nei momenti di stress - sorseggiare del buon vino.

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